NO PONTE – Il Ponte sullo Stretto

Un’Opera Grafica di Denuncia

L’artwork “NO PONTE” nasce come una chiara critica alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera controversa che, più che unire, evidenzia il divario tra interessi economici e reali necessità del territorio.

Le due sponde dello Stretto, stilizzate e denominate in tono sarcastico “Sicilia” e “Italia”, si uniscono formando una grande busta, simbolo inequivocabile di corruzione e speculazione politica. Questa immagine riflette la percezione diffusa che il progetto del ponte sia sostenuto da interessi finanziari piuttosto che da un’effettiva utilità per i cittadini.

Un Ponte che Non Collega le Città

A differenza di quanto si possa pensare, il ponte non collegherebbe direttamente le città di Messina e Reggio Calabria, bensì due frazioni periferiche: Torre Faro e Cannitello. Queste località, oltre a essere distanti dai centri urbani, sono prive di infrastrutture adeguate come strade, ferrovie e collegamenti pubblici che potrebbero supportare un’opera di tale portata.

Di conseguenza, il ponte non sarebbe utilizzato dai pendolari, i principali fruitori di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Invece di investire in un’opera mastodontica e discutibile, le risorse potrebbero essere destinate a migliorare il trasporto pubblico, le infrastrutture e i servizi locali, portando benefici concreti alla popolazione.

NO PONTE opera grafica: Una Critica alla Percezione della Sicilia

L’opera gioca anche sulla provocazione legata ai cartelli stradali che, fino a qualche anno fa, si trovavano a Villa San Giovanni per indicare la direzione dei traghetti: uno segnalava “Sicilia”, l’altro “Italia”, come se la Sicilia non facesse parte dello stesso paese. Questa separazione, seppur involontaria, rispecchia una visione radicata che alimenta il dibattito sull’identità e sull’isolamento della regione.

NO PONTE in Mostra

L’artwork NO PONTE è stato esposto nel 2009 nella seconda mostra del gruppo “Grafica 14” presso la Galleria Orientale Sicula di Messina, insieme alle opere di altri 13 artisti: Giovanni Cottone, Gabriella Davì, Dominic Di Figlia, Francesca Fulci, Marco Lo Curzio, Antonella Mangano, Orazio Miceli, Valeria Passalacqua, Mariamelia Perrone, Graziano Raffa, Roberto Russo, Gianluca Scalone, Silvia Scimone e Valeria Trimboli.

Questa esposizione ha offerto un’importante occasione per portare avanti una riflessione collettiva sull’impatto di grandi opere pubbliche, spesso presentate come progresso, ma che in realtà possono celare interessi privati e costi sociali elevati.

Arte e Impegno Sociale

La mia produzione grafica non è solo estetica, ma anche un mezzo di comunicazione e di denuncia. Attraverso immagini simboliche e messaggi diretti, cerco di stimolare il dibattito e sensibilizzare il pubblico su temi di grande rilevanza sociale.

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